SFONDO NORMALE
 

Lo squalo che sta per essere descritto è forse, insieme allo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), il più temibile e particolare dei pesci cartilaginei noti, a causa della sua potenza muscolare, di una indole curiosa ed indomita, di un estremo opportunismo durante la predazione e soprattutto a causa della sua capacità di nuotare sia in acque marine che in acque dolci (fiumi e laghi). Apprendiamo quindi tutte le informazioni necessarie su questo splendido animale, senza il timore per lo “squalo assassino mangia uomini”, ma soltanto con il giusto rispetto nei confronti di una creatura marina che, nel suo regno,  può effettivamente farci tremare..

 

When you’re swimming in the Ocean, don’t forget who the Landlord is..”
 

 
Nome scientifico: Carcharhinus leucas
Nome italiano: squalo leuca o zambesi
Lunghezza alla nascita: 50-80 cm
Lunghezza massima: 340 cm
Riproduzione: vivipara placentata
Rapporti con l’uomo: potenzialmente molto pericoloso
Distribuzione: tutti i mari tropicali e sub-tropicali, presente anche in acque dolci (fiumi e laghi)
Profondità: dalla superficie fino a 150 m, mediamente intorno ai 30 m

Squalo dalla corporatura robusta e dal muso corto e tozzo. Le piccole dimensioni degli occhi fanno pensare ad una minore importanza del senso della vista in questo animale, abituato spesso a nuotare in acque torbide, con visibilità ridotte, soprattutto nei pressi di foci di fiume.
La prima pinna dorsale è larga a triangolare, con il bordo appuntito. Anche le pinne pettorali sono grandi e la pinna caudale ha il lobo superiore maggiormente sviluppato, morfologia compatibile con la tendenza di questo squalo al nuoto e sosta vicinissimo ai fondali.
I denti sono triangolari, larghi, finemente seghettati, più stretti nell’arcata inferiore, validi elementi offensivi per attaccare qualsiasi tipo di preda..

Come già accennato ha una indole molto curiosa, audace e risoluta e può raggiungere notevoli dimensioni, esprimendo una grande potenza muscolare con scatti veloci e poderosi. Si ciba di una grande varietà di prede (paragonabile soltanto a quella dello squalo tigre, Galeocerdo cuvier) tra cui: pesci ossei, squali e razze, tartarughe marine, mammiferi marini e terrestri (bestiame, cani, ratti, antilopi) crostacei, molluschi, uccelli e rifiuti organici.

Gli esemplari adulti hanno una ulteriore particolarità per quanto riguarda la predazione,  prediligono infatti attaccare altri pesci cartilaginei. Tra gli squali soprattutto piccoli esemplari del genere Echinorhinus e carcarinidi, compresi stessi squali zambesi, squali martello e squali chitarra. (è presente quindi il fenomeno del cannibalismo intra-specifico)
 




Per quanto riguarda la distribuzione, lo squalo zambesi o leuca è presente in tutti i mari tropicali e sub-tropicali, dalla superficie fino a 150 m di profondità, mediamente intorno ai 30 m. Si muove senza problemi tra acque marine e dolci, risalendo le foci dei fiumi, fino ad arrivare ai laghi, sembrerebbe anche per la gestazione.
Le isole Bahamas e soprattutto l’isola Walker’s Cay è famosa per la presenza di numerosi squali leuca, ormai una popolazione fissa, avvistabile sui bassi fondali sabbiosi che circondano l’isola, a pochi metri di profondità, spesso in posizione “dormiente”..

I fiumi in cui è maggiormente presente il Carcharhinus leucas sono: Zambesi (da cui il “secondo” nome) e Limpopo nel Sud Africa, Tigri e Shatt-el-Arab in Iraq, Gange (India), Mississipi (che risale per più di 2000 km) e Rio delle Amazzoni (che risale per più di 4000 km dalla foce).
Per quanto riguarda i laghi, lo squalo leuca viene avvistato continuamente nel lago Nicaragua, dove è presente una discreta popolazione stanziale, nel lago Jamoer (Nuova Guinea) Macquaire e Swan, Brisbane, Herbert (Australia).
 


Questo squalo riesce quindi a tollerare, presentando un interessantissimo adattamento evolutivo, grandi variazioni di salinità, capacita che ha contribuito a renderlo, insieme alla sua potenza ed innata curiosità, molto pericoloso per l’uomo. Sono stati descritti diversi attacchi del Carcharhinus leucas a bagnanti, in mare, laghi e fiumi, anche a basse profondità ma mai a subacquei in immersione..



 

Curiosità sullo squalo zambesi o leuca:

1)      Gli esemplari più giovani possono avere la parte terminale delle pinne bordata di nero e non raramente escono fuori dall’acqua con potenti balzi, probabilmente per tentare di liberarsi da parassiti.

2)      Il Carcharhinus leucas in lingua inglese viene chiamato, a causa della sua struttura tozza e poderosa, “bull shark”, (tradotto in italiano squalo toro). Questa traduzione letterale non deve farlo confondere con il Carcharias taurus, che in italiano viene indicato correttamente come squalo toro, specie completamente diversa.

3)      Lo squalo zambesi è un animale molto robusto, che sa adattarsi e vivere anche in cattività, infatti diversi esemplari sono stati tenuti in grandi acquari per più di 10 anni.

4)      Questo squalo davvero speciale è anche molto ricercato dalla pesca commerciale per le sue carni che sono apprezzate sia fresche che affumicate, per le pinne, usate soprattutto per la “zuppa di pinne di pescecane” e per il suo fegato, ricco di vitamine. La carcassa viene utilizzata per realizzare mangimi animali.

5)      Anche la pesca amatoriale si concentra su questo pesce, soprattutto nelle acque del Golfo del Messico e in Sud Africa, dove vengono organizzati grandi tornei di cattura (big-game fish).

(le statistiche avvertono che se le attività umane continueranno le catture con questi ritmi, la popolazione mondiale di Carcharhinus leucas diminuirà drasticamente..)


 

 

Bibliografia: - "Sharks & Rays, Elasmobranch Guide Of The World". Ralf M. Hennemann,
- "Sharks of the world", Leonard Compagno, M. Dando, S. Fowler,

 

 

NOTE:
La riproduzione degli squali:
Negli esemplari maschi la parte terminale delle pinne pelviche, (pinne pari che hanno la funzione di stabilizzare la rotta dell'animale) si allunga e si calcifica sempre più a formare gli pterigopodi (due), gli organi sessuali attraverso i quali lo squalo si riproduce. La riproduzione è interna e vede l'introduzione di uno pterigopodio (l'altro è di riserva) nella cloaca della femmina. Questo è un momento molto cruento, infatti il maschio morde ripetutamente la femmina sulle pinne e sul dorso per stimolarla e tenerla ferma.
Circa il 30% degli squali ha una riproduzione ovipara, cioè la femmina depone le uova nell'ambiente esterno, racchiuse da una capsula cornea protettiva; circa il 50% ha una riproduzione vivipara aplacentata, cioè la femmina trattiene le uova all'interno degli uteri e i piccoli, dopo essersi nutriti del sacco vitellino, escono all'esterno completamente formati; il rimanente 20% ha una riproduzione vivipara placentata, dove il piccolo squalo è in contatto con la madre attraverso una primitiva placenta e dopo aver completato lo sviluppo esce all'esterno. Anche in questo ultimo caso è presente un piccolo sacco vitellino che, una volta riassorbito, contribuisce a formare la primitiva placenta.
 

Le specie di squalo più pericolose:
Sono cinque le specie di squalo considerate più pericolose:
1) SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias)
2) SQUALO TIGRE (Geleocerdo cuvier)
3) SQUALO LEUCA (
Carcharhinus leucas)
4) SQUALO MAKO (
Isurus oxyrinchus)
5) SQUALO LONGIMANO (Carcharhinus longimanus)

 

 

 

 

 

 

Marco Angelozzi - www.prionace.it


Le immagini dello squalo
Carcharhinus leucas sono state gentilmente
concesse dal Sig. Terry Goss ed utilizzabili esclusivamente in questo articolo.
E' assolutamente vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle
fotografie di questo articolo senza il consenso degli autori.