SFONDO BIANCO

Lo squalo blu o verdesca è l'unica specie del genere Prionace ed appartiene alla famiglia Carcharhinidae. E' uno dei pochi squali conosciuti ad essere diffusi praticamente in tutti i mari temperati, tropicali e subtropicali del pianeta, in acque pelagiche (d’alto mare) ma anche costiere.
(questo animale era ben conosciuto già in antichità, basti pensare che nel secondo secolo d. C. il greco Oppiano scrisse il poema Alieuticà, all’interno del quale mise in versi una originale leggenda che ha come protagonista lo squalo Prionace glauca)

Può arrivare fino a 190 m di profondità anche se alcune rilevazioni sulle abitudini della verdesca in prossimità delle coste del Brasile dimostrano che questo animale può arrivare a superare i 350 m, immergendosi alla ricerca di prede di fondale.
Sembra che per il 35-60% del tempo nuoti a profondità minori di 50 m, per il 10-15% a profondità maggiori di 150 m. Si adatta a temperature molto varie, da 6 C° a 28 C°, anche se la temperatura ottimale è fra gli 8-19 C°.

Prionace glauca era comune nel Mediterraneo, soprattutto in Adriatico. Il verbo al passato è giustificato dal fatto che la verdesca è lo squalo maggiormente sottoposto alla pressione della pesca commerciale: ogni anno circa 20 milioni di esemplari vengono catturati ed uccisi. (il motivo principale delle catture è legato all’utilizzo delle pinne per realizzare la “zuppa di pinne di pescecane” molto richiesta dal mercato asiatico. Non bisogna dimenticare che la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha inserito la carne di squalo tra gli alimenti che bambini e donne incinte dovrebbero evitare di mangiare, a causa dei rischi di intossicazione da mercurio ed altri metalli pesanti)

Attualmente non sono noti studi completi sull’andamento globale della popolazione della verdesca, ma è probabile, visto il numero elevatissimo di catture, che sia in atto una riduzione significativa di questo animale.
La morfologia della verdesca è inconfondibile: il dorso di questo squalo è di color blu indaco, quasi brillante, i fianchi e la coda sono blu-grigi, mentre il ventre è di un bianco molto marcato.
Il muso è allungato e appuntito, gli occhi sono scuri, grandi e tondi, circondati da un piccolo anello di color bianco e dotati di membrana nittitante.
Le pinne pettorali sono allungate ed appuntite, la pinna caudale è molto sviluppata nel lobo superiore, che può arrivare fino a 4 volte quello inferiore.

La verdesca è considerato uno squalo potenzialmente pericoloso per l’uomo, anche se nelle “classifiche degli squali pericolosi” risulta tra gli ultimi posti. E’ la curiosità di questo pesce, verso ciò che accade intorno a lui, che può farlo avvicinare e creare situazioni rischiose, anche se gli attacchi non provocati sono rari. Sembra che questa specie sia più docile e calma durante il giorno, mentre nel tardo pomeriggio, quando in acqua diminuisce la luminosità, diventa più curiosa e tenace, avvicinandosi anche alle coste.

Le dimensioni massime arrivano a 380-400 cm di lunghezza e fino a 170 kg di peso, anche se quelle medie sono di 150-200 cm. (T.H.Lineaweaver e R.H.Backus parlano di una verdesca, pescata all’amo, di 480 cm di lunghezza e 186 kg di peso, il 1° settembre 1960 al largo di Rockport, Massachusetts)
I denti di Prionace glauca sono piccoli, appuntiti, leggermente incurvati e seghettati nell’arcata superiore, più stretti e dritti nell’arcata inferiore.

La verdesca è capace di raggiungere elevate velocità in acqua ma normalmente si muove con andatura molto ridotta, minore di 2 km/h, e non ama nemmeno cacciare prede particolarmente veloci. Si riunisce in grande numero quando ci sono grandi quantità di cibo a disposizione, come carcasse galleggianti di balene e resti (sempre di mammiferi marini) mentre durante gli altri momenti della sua vita è un animale piuttosto solitario.
La sua dieta consiste inoltre di: cefalopodi (seppie e calamari), piccoli pesci (anche di fondale), invertebrati, uova di pesce pelagico ed uccelli marini.
Durante i periodi di riproduzione dei calamari, ad esempio nelle notti senza luna di Febbraio, intorno alle coste dell’isola Catalina, California, si consuma la “notte dell’amore e della morte”..
Migliaia di calamari si riuniscono per terminare il loro unico anno di vita con la riproduzione e la deposizione delle uova e le verdesche sono sempre presenti per approfittare di questa enorme quantità di cibo.
Nella miriade di cefalopodi in riproduzione le mandibole aperte dello squalo blu compaiono dal buio della notte e si spostano lentamente, catturando senza sforzo apparente un lauto pasto..

   

La verdesca è uno squalo che compie grandi movimenti migratori, coprendo comunemente i 3000 km, arrivando a superare i 6000 km. I principali spostamenti si svolgono ogni anno attraverso l’Oceano Atlantico, seguendo e sfruttando la Corrente del Golfo, in un circuito che parte dal Mar dei Carabi, lungo le coste degli Stati Uniti fino alle coste d’Europa, scendendo poi fino in acque africane per poi completare il circuito ritornando verso i Carabi.

Questo squalo nuota spesso in grandi gruppi, formati soltanto da esemplari maschi oppure femmine, delle stesse dimensioni, ed ancora non è noto il motivo di questo comportamento, contrastante con la natura solitaria dell’animale..
La verdesca ha una riproduzione vivipara placentata con una gestazione che può durare 9-12 mesi. Al momento del parto i piccoli possono andare da un numero di 4 fino a 135 (anche se in media sono 50-60) con una lunghezza di 35-50 cm.
Il numero dei piccoli cresce in base alle dimensioni della femmina che li partorisce.
In alcune aree è stato osservato che la riproduzione della verdesca è stagionale, con la nascita in primavera ed estate, anche se in realtà le femmine di questo squalo possono mantenere gli spermatozoi del maschio vitali all’interno del corpo per periodi prolungati.
Gli esemplari diventano maturi a 4-6 anni di età ed una lunghezza media di 250 cm.
L’accoppiamento è molto cruento. Infatti il maschio morde ripetutamente la femmina e sembra che senza questo comportamento l’accoppiamento stesso non possa essere portato a termine. Durante questi momenti molto delicati la femmina può rischiare di riportare ferite e lacerazioni.
Probabilmente per evitare questi rischi la pelle degli esemplari femmina di Prionace glauca è ben tre volte più spessa di quella dei maschi.

La verdesca sembrerebbe poter arrivare ai 20 anni di vita, ma come già accennato, a causa delle elevatissime catture da parte dell’uomo, non è noto se la popolazione mondiale di questo squalo stia drasticamente (come è probabile) diminuendo..
Gli esemplari adulti di verdesca hanno pochi predatori naturali: squali di dimensioni maggiori (soprattutto squalo bianco, Carcharodon carcharias, e mako, Isurus oxyrinchus) e le orche.

 

 

 

NOTA 1: Alieuticà (sulla pesca), poema di 3500 versi di Oppiano, dove si parla anche dello squalo Prionace glauca, considerato genitore ideale:

Altri, quando qualcosa turba i mari devastati
E i piccoli esprimono tremando la loro cosciente paura,
Allargano le mascelle, e mostrano la via più sicura:
Atterriti i dispersi obbediscono presto al richiamo,
Riposano indenni entro il concavo tetto,
Sicuri come l’uccellino nel suo nido muschioso.
Così gli squali azzurri, salvi da nemici cacciatori,
Rinchiudono nelle bocche spalancate i loro piccoli.
Sotto l’arco che li racchiude, essi si nascondono senza paura,
Le forme massicce avanzano nella marea crescente.
L’affettuoso squalo azzurro supera in tenera cura
Tutte le specie ovipare che affollano i mari.
Vicino ai loro protetti, come attente bambinaie,
Osservano i loro movimenti, frenano il loro corso,
Tengono d’occhio ogni onda, rivelano la via incerta.
Insegnano dove cacciare e dove trovare la preda.
Quando grosse di colpe segrete le acque si sollevano,
Essi offrono come riparo le bocche per i piccini,
Ma quando le onde rotolano tranquille,
E nessun predone feroce guida i banchi dispersi,
Il genitore, compresse le mascelle appuntite,
Li espelle a forza dal loro piacevole riposo.

 

Marco Angelozzi - www.prionace.it

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